Avevamo già consigliato una lettura “forte” con Marguerite Yourcenar ed il suo “Memoires d’Hadrian”. Suggeriamo ora il libro di Chelli che esaminia spietatamente il “generone romano”, piccolo gretto, arrivista e grigio. E’ una realtà cruda, fosca dove – liberi dal padre – i tre figli vanno verso l’autodistruzione. La trama del libro è scarna, ma già rivela la grettezza e la pochezza degli eredi. (Dal libro fu tratto l’omonimo film con Gigi Proietti e musiche di Morricone)
Nella Roma del primo Novecento il fornaio Ferramonti , deluso dai figli Pippo , Mario e Teta sempre in lotta tra di loro, chiude l’attività e lascia loro solo poche briciole. Con i soldi lasciatigli, Mario fa il puttaniere e gioca in borsa; Teta sposa un funzionario statale della Roma Umbertina; Pippo apre una ferramenta e sposa la figlia del proprietario, Irene . Ma Irene è un’arrampicatrice sociale: inganna Pippo solo per arrivare a Mario e quindi al vecchio Ferramonti. Riuscirà ad entrare nelle sue grazie, rendendo nel frattempo Pippo un alcoolizzato e Mario un suicida, tanto da farsi nominare erede universale, ma il marito politicante di Teta la lascerà in braghe di tela. (altro…)